Un progetto sulla Toponomastica femminile a Lodi

Danila Baldo e Giordana Pavesi

 


Antonella Prota Giurleo

 

Il progetto sulla Toponomastica femminile, svolto nelle nostre classi del Liceo “Maffeo Vegio” e dell’IC “Cazzulani” di Lodi, ha destato subito moltissimo interesse e coinvolgimento nelle studenti e anche nelle loro famiglie, contente di vedere le ragazze così motivate e operose. Partendo dalla lettura del libro di Maria Pia Ercolini, Roma, percorsi di genere femminile, abbiamo cominciato a indagare quante e quali fossero le donne a cui sono dedicate vie, strade o piazze, nei nostri Comuni. Abbiamo scritto una lettera ai sindaci, chiedendo loro di farci avere lo stradario con i nomi propri dei personaggi indicati nelle vie, e ciascuna studente ha preso in considerazione il proprio comune di residenza.

Abbiamo elaborato i dati di 18 Comuni del lodigiano e complessivamente abbiamo visto che la percentuale di donne a cui sono dedicate vie, rispetto ai personaggi maschili, è del 9,4%, un poco più alta rispetto alla media nazionale, che è ferma intorno al 6-7%. A Lodi, per esempio, ci sono 499 vie, di cui 180 dedicate a personaggi maschili e 19 a femminili: il 10 % circa. E quali donne? Prevalgono le religiose (Santa Francesca Cabrini, Madre Teresa di Calcutta, moltissime vie dedicate alle varie figure della Madonna…) e seguono le scrittrici (Ada Negri, Grazia Deledda…) o le artiste.

L’indagine è però anche servita per interrogarci su quali possano essere i motivi di questa enorme disparità tra presenze maschili e femminili sulle targhe delle nostre vie. È evidente che ciò rispecchia caratteristiche storiche e culturali della società: fino al secolo scorso alle donne era precluso l'accesso all'università e agli studi superiori in generale, come stupirsi di trovare meno donne letterate, scienziate, artiste...? A questo si lega un altro aspetto, perché anche le poche che hanno avuto la possibilità di distinguersi ed eccellere nelle scienze, nelle arti o in posizioni sociali e decisionali importanti, sono state considerate meno “importanti” e sono tuttora meno ricordate (Ipazia nel passato, come Maria Montessori oggi, a cui sono dedicate due sole vie nei comuni da noi presi in considerazione).

C'è poi un altro motivo, che riguarda ciò a cui una società dà più valore... tanti condottieri, generali, politici, statisti... a cui sono intitolate le nostre strade dimostrano un prevalente interesse per la sfera pubblica, a cui pure le donne non hanno avuto accesso (e forse non lo hanno ancora?), mentre gli ambiti più vicini alla sfera delle relazioni (cura, educazione, sostegno...) in cui tante donne hanno impiegato esemplarmente la loro vita, non sono considerati così “rilevanti” da dover essere ricordati. Accorgersi che il riconoscimento pubblico non rende giustizia alla presenza e al lavoro delle donne nella società, è un primo passo per cambiare non solo le leggi ufficiali, ma anche quelle pratiche e quelle mentalità che governano la vita e le scelte quotidiane.

L’interesse per il mondo della donna ha avuto per i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Cazzulani un punto di partenza differente da quello che ha spronato le studenti del Maffeo. Innanzitutto abbiamo effettuato alcune letture relative alle donne dei paesi diversi da quelli europei; leggendo “Sotto il burqa” e “Io Safiya” abbiamo preso coscienza della discriminazione a cui sono costrette molte donne. Seguendo la cronaca nazionale e locale abbiamo ricordato che la violenza sulle donne è un male che accomuna le donne di tutto il mondo ed è bene commemorare la giornata della lotta contro la violenza sulle donne e a scuola il 25 novembre abbiamo letto le vicende delle sorelle Mirabal e il desiderio di riscatto di tante altre donne.

Successivamente ci siamo confrontate sulla necessità di utilizzare un linguaggio più attento ai generi attraverso le “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana” scritte da Alma Sabatini nel 1987 e presentate alla classe dalla giornalista Laura De Benedetti, autrice del  romanzo “Il giusto mondo”. Abbiamo così colto che la strada da percorrere per il raggiungimento di effettive pari opportunità richiede una costante presenza della figura femminile in tutti gli ambiti. La donna non può prendersi un attimo di pausa perché rischierebbe di retrocedere dagli obiettivi raggiunti e di cadere nel dimenticatoio. Le conquiste di ogni donna sono come gli anelli di una catena che consentono di allungarla sempre più e ciascuno non avrebbe senso senza il precedente.

Ogni meta raggiunta da ogni singola donna è resa possibile dal sottile e costante lavorio delle sue compagne di cui ci ha parlato la storia (Artemisia Gentileschi, Cristina di Belgioioso, tanto per fare qualche nome) ma anche dalle iniziative e dal coraggio delle donne attuali (Lea Garofalo e la figlia Denise , tra le tante). Dopo aver approfondito la vita e le opere di alcune donne di calibro nazionale, abbiamo studiato figure femminili lodigiane che hanno lasciato tracce concrete del loro operato, ma che non sempre vengono ricordate e talvolta sono citate solo perché si parla del marito. Pensiamo che un minimo gesto di riconoscimento sia quello di intitolare loro le vie della nostra città poiché solo 19 concernono donne ma le strade di Lodi sono 499, di cui 180 sono dedicate agli uomini: un ingiusto divario!

Il nostro lavoro ci ha permesso di collaborare con Pina Spagnolello del l’associazione Ciclodi-fiab durante la perlustrazione delle vie, con  Sara Fava dell’Archivio Storico della città e con la bravissima giornalista Laura De Benedetti per la stesura degli articoli da pubblicare. E’ stata un’esperienza entusiasmante e stimolante ma soprattutto l’occasione di dare valore alle donne. Ecco i nomi delle lodigiane a cui vorremmo fossero dedicate le vie: Elena Cazzulani (scrittrice-storica), Maria Pugni in Danelli (benefattrice), Giovanna Boccalini Barcellona (esponente politica), Francesca Costa (ginnasta), Teresa Gugelloni (educatrice), Nella Giacomelli (anarchica pacifista), Rachele Ghisalberti (assistenzialista), le partigiane :Maria Grossi, Luisa Mazzini Folli,Maddalena Casali Mirotti, Anna Paolina Passaglia, Dina Clavena e tante, tante altre a livello nazionale.

Il 6 e 7 ottobre abbiamo portato anche i dati lodigiani al Convegno nazionale sulla Toponomastica femminile a Roma.

 

7-11-2012

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